Giuseppe Ernesto Turconi nasce a Milano nel 1950.
Nella capitale lombarda, che è anche luogo della sua formazione artistica, avviene il primo iter artistico nel campo dell'art - design, con importanti collaborazioni sia con aziende sia con editori e agenzie di pubblicità.
La prima personale di pittura è del 1975, a Legnano: da quella data gli impegni artistici si susseguiranno fra collettive e personali in gran parte nel nord Italia.
Dal 1978 al 1982 si occupa di art direction collaborando con lo studio DAEN-GRAPHIC e la casa di produzione WTCF, per la quale scrive, curandone anche la regia, un importante documentario sulla Fiera di Milano...
«Un impegno onesto e sentito: filtro e sintesi per alcune tendenze artistiche particolarmente acute. La figurazione classica, il colpo emotivo e catturante del surrealismo, il silenzioso fascino lento della metafisica; e a ciò si aggiunga una scelta tecnica volutamente descrittiva, nel particolare minuzioso, tipica della ricerca iperrealista. Una costruzione elaborata e meditata nell'attenzione convinta di chi è cosciente dell'arduo compito...»
Claudio Rizzi
Agenda del collezionista 1989, CDA Editrice Milano
«Giuseppe E. Turconi è una scuola. La sua attività di maestro di pittura è una continua e costante maturazione interstiziale, preludio alla destrutturazione e ristrutturazione del suo potenziale tecnico-artistico, per entrare ed indagare nel nucleo centrale dell'arte pittorica, dove si intravedono e si formano gli elementi variegati e compositi dalle innumerevoli creazioni. L'ispirazione gli nasce dall'inconscio e l'arte è una "soprarealtà" svincolata da ogni logica. Il suo scenario è un mondo totalizzante che porta al silenzio meditativo, ancor prima di procedere alla raccolta delle parole sparse per poi trasformarle in concetti...»
Cesare Demarchi
Presentazione della rassegna "Ricordando il futuro", 1998
«Turconi si confronta da anni
con successo con il filone
surreale, che reinterpreta in
modo assolutamente personale
con intuizioni felici, soluzioni
formali innovative, una tavolozza
che attinge a riserve che sono
quelle raffinate della sensibilità.
Un percorso ideale
che si snoda in un labirinto
psichico che ospita donne
dalla bellezza abbagliante,
frutti di un Eden proibito,
oggetti decontestualizzati
che assurgono a protagonisti
di un discorso pittorico complesso e mai scontato.»
Federica
Dafarra
L'Informatore, 23 novembre 2000
Nelle foto: Giuseppe Turconi e Vittorio Sgarbi alla Galleria Prospettive d'Arte di Milano (2006).
In posa con gli altri 5 pittori della rassegna d'Arte collettiva "Omaggio a Gambolò" (2004) e con Charlie sulle sponde del fiume Ticino (2003).